lunedì 14 aprile 2008

Le mie prigioni

A colei che mi chiede se sto per iniziare la stesura della nuova edizione de "Le mie prigioni" rispondo che non ho nessuna intenzione di ripercorrere le orme di Silvio Pellico.


Molto meglio respirare l'aria da uomo libero con la coscienza pulita e la consapevolezza di agire per il proprio bene e per quello degli altri.


Purtroppo però non si è solo prigionieri di una cella o di una stanza angusta. Però se si condivide questa spazio con delle persone allegre, intelligenti e simpatiche, come nel mio caso, questo tipo di prigionia non pesa affatto e non ci si sente nemmeno in cattività.


Ho pensato quindi ad altre forme di prigionia che possono considerarsi altrettanto gravi quanto il confinamento coatto all'interno di quattro mura.


C'è la prigionia generata dalla malattia e il senso di confinamento e di limitatezza che questa condizione fisica crea sullo stato d'animo e che può essere temporanea o permanente.


C'è anche un'altra forma di prigionia che è altrettanto grave ed è quella di se stessi. Essere prigionieri delle proprie indecisioni e delle proprie insicurezze che non permettono di realizzarsi completamente come persona.


Se dovessi scrivere un libro ed intitolarlo proprio "Le mie prigioni" non credo che parlerei assolutamente di carceri con mura e guardie, ma scriverei di quest'ultima forma di prigionia, contro cui mi confronto ogni giorno per capirla, combatterla e cercare una via di fuga.

3 commenti:

  1. Quando capirai che bisogna cominciare a fare un piccolo passo dietro l'altro, le mura della tua prigione cominceranno a sgretolarsi.
    Bacione. monè

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  2. La tua prigione secondo me è una prigione "virtuale". Nel senso che tu hai già individuato il problema e tenti giorno dopo giorno, passetino dopo passettino di sconfiggerla e cercare di diventare una persona più forte. Sei sulla buona strada, già riconoscerlo ti ha fatto superare l'ostacolo più grande. Il vero prigioniero è colui che non si rende conto di esserlo.
    Bacioni, bello sto blog!

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  3. Mio caro, crescere pretende nche questa fatica dell'affrancamento, della perdita di alcuni consensi e privilegi, ma offre ben altre gratificazioni e consensi e privilegi. Sicuramente son sei solo in quest'opera: molti lo hanno fatto prima di te (me inclusa) e potrai segnare il cammino a chi lo dovrà affrontare dopo.
    Mi segno l'appuntamento con un uomo nuovo. Smuaqqqq

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