mercoledì 5 novembre 2008

Ho ritrovato le scarpe

Per fortuna si trattava solo di un sogno, o comunque di una serie di sogni che duravano da qualche settimana. Ero costretto a fare tutto quanto, persino uscire di casa, sempre senza scarpe (vergognandomi come un ladro). Non riuscivo a trovarle da nessuna parte.


Stanotte finalmente le ho trovate, dove non dovevano essere. Segno che il mio disordine è presente anche nella sfera onirica.


Ma tutto questo che significato avrà?

lunedì 27 ottobre 2008

Strano ma vero?

Di tutte le strane storie che si leggono tutti i giorni su Internet, una in particolare ha colpito la mia attenzione, non solo per il fatto, ma anche per i protagonisti della vicenda.

A Sydney, in Australia, un'abitazione ha preso fuoco a causa di un banale cortocircuito. Nell'abitazione c'erano un cane e una cucciolata di gattini appena nati. Il cane era a guardia dei gattini e non ha voluto abbandonare i cuccioli nonostante lo spesso fumo.

Probabilmente avrà fatto di tutto per attirare l'attenzione dei pompieri fino a che non ha perso i sensi (questo la notizia non lo dice). In ogni caso, sia il cane che i gattini fortunatamente si sono salvati. Il cane ha dovuto essere rianimato con ossigeno e massaggio cardiaco.

Al di là della smentita del luogo comune circa i rapporti conflittuali fra cani e gatti, questo episodio dimostra come spesso succeda che gli animali dimostrino molta più sensibilità verso il prossimo di noi bestie bipedi.

sabato 13 settembre 2008

Abbiate sempre il coraggio di dire ciò che pensate

grande_coraggio_smAbbiate sempre il coraggio di dire sempre ciò che pensate.

Forse in questi giorni il grande coraggio devono averlo avuto i Leader delle nazioni latinoamericane che, dopo anni di sfruttamente da parte delle grandi multinazionali Yankees, hanno alzato la testa e hanno letteralmente mandato al diavolo il gigante del piano di sopra rimandando a casa, come è successo in Bolivia e in Venezuela, gli ambasciatori USA.

Gli Stati Uniti sono a pezzi e non solo a causa degli uragani che in questi giorni stanno devastando le loro coste, una vendetta della natura per non aver mai ratificato il Protocollo di Kyoto, ma anche economicamente e da molto prima del famigerato 11 Settembre.

Eppure, nonostante tutto questo, il loro comportamento verso il resto del mondo è sempre stato arrogante. Oggi raccolgono i risultati di quello che è stato seminato negli ultimi decenni. Gli stati latinoamericani, dal canto loro, sono finalmente diventati consci delle loro risorse e per lo sfruttamento di queste chiedono alle nazioni ricche un trattamento paritario che è sempre stato loro negato.

Non solo. Dopo decenni di dittature sanguinarie, quasi sempre al servizio del gigante Yankee, in questi Stati sta cominciando, sia pure con le dovute cautele ed eccezioni, a maturare una certa cultura democratica, soprattutto in nazioni come Brasile e Argentina.

La transizione è dolorosa e le cronache che arrivano dalla Bolivia, suggeriscono che il processo è embrionale e ancora a rischio di essere stroncato prima ancora di nascere. Sia per colpa degli interventi provenienti dall'esterno, sia da quelli interni, avidità e brame di potere da cui i Leader non sono immuni, ma che dovrebbero saper controllare per il bene delle nazioni che governano.

L'unica speranza è che questo non succeda e che finalmente a trarne vantaggio siano tutti e non i soliti pochi.

martedì 19 agosto 2008

Una bella iniziativa...

Volevo segnalare una bella iniziativa da parte di un gruppo di persone, ma la cosa può essere estesa a ciascuno di noi. Sono sufficienti una videocamera, un abbonamento ad internet ed un po' di pazienza.

Qualcuno ha recentemente affermato che gli italiani stanno perdendo la memoria e questo ha portato ai recenti sviluppi nella nostra politica. Ebbene, non è del tutto vero, la memoria in realtà ce l'abbiamo vicina, magari nella persona del nostro vicino di casa ultrasettantenne che magari vive da solo e che scambierebbe volentieri qualche parola e qualche ricordo di vita passata, per ricordarci chi eravamo, come eravamo e come si viveva quando non c'era tutto a portata di mano e ci si doveva arrangiare per soddisfare le proprie necessità principali. Per confrontare il mondo di allora e quello di oggi e aiutare a rifarci un'opinione, che forse è quella che ci manca.

Un gruppo di giovani ha messo in piedi questo sito, che si chiama appunto "La banca della memoria" e va in giro a videointervistare persone avanti con gli anni in modo da rendere duraturi i loro ricordi mettendoli a disposizione di tutti gli interessati.

Il sito si trova a questo indirizzo: www.bancadellamemoria.it e aspetta i contributi di tutti.

giovedì 14 agosto 2008

Secondo giorno di ferie

Finalmente dopo sette mesi e mezzo di "mazzo" mi son preso due settimane di ferie. Anche se penso che le trascorrerò prevalentemente in città, in attesa di quelle che verranno (spero) a settembre.
Mi sto quindi godendo il fuggi fuggi generale e la città vuota e silenziosa (fatti salvi i centauri rumorosi).
Ieri il primo giorno l'ho trascorso prevalentemente a oziare e leggere. Oggi invece l'ho dedicato alla cultura e sono quindi andato a vedere la mostra che è stata dedicata al pittore Ligabue e che si sta svolgendo a Palazzo Reale. Una mostra ricchissima di quadri e sculture che esprimono tutta la genialità di un uomo giudicato pazzo in vita e rivalutato troppo tardi nei suoi ultimi anni di vita.
Domani, se il tempo e la voglia lo permetteranno andrò in cerca di qualche scorcio cittadino da fotografare (senza troppe persone in giro).

domenica 6 luglio 2008

Finalmente...

Finalmente in ufficio abbiamo concluso i lavori che portavamo avanti da più di tre mesi.


E' stata una fatica per tutti. Per i capi che dovevano coordinare i lavori, dare direttive, analizzare i problemi che venivano fuori, dare soluzioni. Per noi, programmatori e analisti che sulla base delle soluzioni proposte dovevamo scrivere del codice, testarlo, affrontare i problemi ed eventualmente proporre noi delle soluzioni.


Questo week end poi, nonostante la giornata invitasse a gite al mare o comunque in posti freschi di villeggiatura, abbiamo coronato queste fatiche mettendo in produzione il nostro lavoro. E' stato un week end teso, faticoso. Per alcuni la giornata è iniziata al mattino ed è finita a notte inoltrata.


Venerdì sera sono tornato a casa alle 23.30. Stanco morto. Con la prospettiva di poche ore di sonno prima di tornare nuovamente al lavoro, sabato, a finire quello che mi era stato assegnato.


Tornare a casa a quell'ora mi ha fatto comunque vivere un'esperienza per me inusuale: sentire i grilli in città , in un'aiuola vicino a casa, nonostante il traffico notturno.

mercoledì 11 giugno 2008

Le cinque Repubbliche Marinare

Ebbene sì, erano diversi giorni che mi arrovellava questo dubbio: quante erano le Repubbliche Marinare? Alle volte i ricordi scolastici si annebbiano in un mondo pieno di elenchi di cose da ricordare e così mi ero fissato che fossero cinque invece che quattro. Quindi cominciavo a percorrere mentalmente le coste dello Stivale ed elencavo: Genova, Pisa, Amalfi, Venezia... Ogni volta che arrivavo a Venezia mi chiedevo "e poi?"


Finché mi sono deciso a controllare. Effettivamente erano quattro in Italia, ma diventano effettivamente cinque se contiamo Ragusa in Dalmazia.


Forse mi ero fissato con il cinque pensando ai cambiamenti climatici in atto e quindi pensando mentalmente alle cinque stagioni dell'anno, come fece quel personaggio politico che diversi anni fa parlò in un discorso delle nove province sarde. Ora per fargli quasi un piacere sono diventate otto, come i nani di Biancaneve: Dotto, Eolo, Pisolo, Gongolo, Brontolo, Cucciolo, Mammolo e... Silviolo.


Abituati ad obbedire ai nove Comandamenti, capita a volte di dimenticare qualcosa

domenica 8 giugno 2008

I Ligari (Parte seconda)

Dopo aver visto la prima parte di questa grande mostra, organizzata per il bicentenario di un importante istituto bancario valtellinese, sono andato a vedere la mostra principale, che si tiene presso la sede milanese della banca.


La famiglia dei Ligari, pittori lombardi del 1700, originari della Valtellina, non è certo conosciutissima dai più, ma non per questo è meno nota nel mondo dell'arte. E il capostipite Pietro si è certo fatto valere in ambito pittorico, ma anche architettonico soprattutto nel nord Italia, tra Milano e la Valtellina.


I quadri esposti alla mostra sono di carattere sacro e profano e ci sono anche dei disegni preparatori per i quadri stessi.


I quadri sacri sono ricchi di simbologie bibliche o comunque relative al tema raffigurato e che a volte non sono di immediata comprensione, ma per questo c'è il catalogo della mostra che aiuta a capirne il senso. Quello che però emoziona più di tutto è l'uso del colore e del contrasto tra luci ed ombre che dona movimento anche alle immagini che sembrano in realtà immagini statiche.


Inoltre i componenti della famiglia si sono a volte confrontati sul medesimo soggetto, reinterpretandolo ognuno con la sua pennellata personale. Un esempio su tutti è un Angelo Custode dipinto sia da Pietro che dal figlio Cesare, oppure una Cena in Emmaus dipinta sia da Cesare che dalla sorella Vittoria. Ognuno dando una diversa interpretazione al misticismo dell'atto dello spezzare del pane eucaristico.


La mostra dei Ligari si tiene a Milano, fino al 18 luglio, presso il Museo Diocesano in Corso di Porta Ticinese e presso la sede del Credito Valtellinese in Corso Magenta.

sabato 7 giugno 2008

Gli anobiani hanno un volto ed una voce...

Oggi sarei dovuto essere in Trentino con mio cugino, invece sono rimasto a Milano perché ho pensato che tre ore e passa di viaggio di ritorno, la domenica sera, avrebbero senz'altro annullato il beneficio di un giorno e mezzo di riposo.


E così, ieri sera, sono andato all'aperitivo organizzato da un gruppo di lettori milanesi facenti parte della community di anobii, alla quale sono iscritto da ottobre dell'anno scorso.


La serata era organizzata in un elegante locale sito nelle vicinanze della Stazione Centrale, uno dei tanti locali alla moda della zona, frequentato da impiegati che escono dagli uffici e che iniziano la loro serata con un aperitivo.


Piano piano siamo arrivati tutti, alla spicciolata, qualcuno portando un libro. Tutti presentandoci come quelli del "Club dei lettori" e poichè fuori pioveva a dirotto, nonostante il locale si affacciasse su un portico, ci siamo sistemati all'interno in una zona un po' stretta, tanto è vero che alla fine quelli che erano arrivati per primi che erano in fondo al tavolo, come me, si sono alzati in piedi per andare a presentarsi agli ultimi arrivati.


E' stata una serata allegra, dove alla fine abbiamo parlato di libri, ma non solo. Come in tutti gli incontri organizzati fra appartenenti ad una community. Si vince la timidezza e si scopre di far parte di un gruppo di persone di tutte le età, di diversa estrazione e cultura, ma tutte accomunate dallo stesso interesse. In questo caso la lettura e, per qualcuno, anche la scrittura dei libri.


Alla fine è stato quasi un dispiacere dover abbandonare la compagnia, ma era tardi ed essendo in giro dal mattino presto ed avendo accumulato chilometri di metropolitana ed ore di seduta sulla poltrona dell'ufficio, il mio corpo reclamava un po' di relax tra le mura casalinghe, per non parlare anche dello stomaco che reclamava la cena.


Ci siamo dati l'appuntamento per il mese prossimo per un altro evento. Non vedo l'ora di parteciparvi. Incontri come quello di ieri dovrebbero però essere ripetuti più spesso fra concittadini, non solo per semplice scambio di opinioni, ma per creare nuovi legami di amicizia che vada oltre la semplice curiosità di sapere "tu che cosa leggi" o "quale autore preferisci".

domenica 1 giugno 2008

Dall'archivio delle cose non fatte e a lungo rinviate...

Dall'archivio delle cose non fatte e a lungo rinviate ho tirato fuori due cartelline che ho messo nell'archivio delle cose in via di completamento.


La prima delle cose non fatte era la pulizia dei cassetti del mio comodino che se non sto attento rischiano di scoppiare, data la mia abitudine a conservare tutto. Ogni cosa per me è un ricordo, bello o brutto che sia, e come tale ha diritto di essere conservata. Il cassetto del comodino però è ovviamente limitato e, nel disordine, cominciavo ad avere difficoltà a trovare le cose che realmente mi occorrevano. Così ho cominciato dalle scartoffie e, stando bene attento a non buttare qualcosa che mi sarebbe potuto servire, ho eliminato un po' di carta. Con buona pace della Foresta Amazzonica e del clima terrestre che ne trarranno indubbio beneficio.


L'operazione non è ancora finita e credo che nei prossimi giorni verranno operate ulteriori selezioni di oggetti e carte che finiranno nel bidone della spazzatura.


La seconda cartellina dell'archivio riguardava qualcosa di più gradevole per lo spirito e per gli occhi, ovvero la visita della mostra dedicata ai Ligari, famiglia di pittori valtellinesi, che si tiene in questo periodo a Milano, divisa fra il Museo Diocesano e il Palazzo delle Stelline.


Per comodità, ho scelto di visitare per prima la mostra al Museo Diocesano, che è solo un assaggio di quella allestita al Palazzo delle Stelline, ma che presenta lo stesso opere di grande pregio. Quasi tutte provenienti dalla zona della Valtellina.


Visto che comunque l'assaggio è stato gradevole e appetitoso, non mancherò di visitare presto la mostra più grande, che chiude il 18 luglio.

martedì 27 maggio 2008

Come passa il tempo...

Stamattina, mentre andavo al lavoro, nel tratto di strada da casa alla fermata della metropolitana ho visto un bambinetto che andava a scuola accompagnato dal babbo.


Andava alle elementari perché aveva una casacchina identica a quella che avevo io la bellezza di 26 anni fa quando frequentavo la stessa scuola. Probabilmente la mia sarà ormai polvere, anche perché alla fine dell'anno la dovevamo restituire all'Istituto e chissà quanti bambini l'avranno indossata dopo di me.


Passa il tempo, però le divise restano uguali e pure i ricordi.


 

venerdì 23 maggio 2008

Ma come controllano i biglietti i controllori dell'ATM?

C'è proprio da chiederselo, visto che poi se qualcuno bara ci vanno di mezzo tutti, aumentando i costi dei biglietti.


Un esempio? Da qualche tempo sono stato mandato in trasferta in una sede diversa da quella dove lavoro e che si trova una fermata al di fuori della fascia urbana di Milano. Se per viaggiare all'interno della città si paga un euro, per quella appena più esterna si paga un euro e cinquantacinque centesimi (accipicchia, più di mille delle vecchie lire in più), senza contare che un biglietto vale per un ingresso solo in metropolitana. Se la devo riprendere dopo cinque minuti mi tocca timbrare un altro biglietto. Un furto.


Bene, da qualche giorno gli "sparvieri" sono appostati subito dopo le scale, prima dei tornelli di uscita, per verificare che qualcuno non faccia il furbo ed usi il biglietto urbano per quella fermata extracittadina in più.


I biglietti sono elettronici e non si scappa, quindi all'inizio del mio viaggio ho timbrato il mio, cumulativo, valido anche per la tratta fuori città. Quando ho visto che c'erano i controllori, ho preso dalla tasca un biglietto a caso (ne avevo anche di già timbrati) e senza badare se fosse quello appena timbrato o quello di ieri l'ho mostrato all'addetto il quale mi ha fatto tranquillamente passare. Quando poi ho guardato la data stampigliata mi sono accorto che era uno di quelli timbrati ieri.


Ma come li fanno i controlli i controllori? E' vero che non è facile controllare mille passeggeri che escono, però da un treno diretto in periferia, per giunta in una fermata di periferia non scendono mille passeggeri.


Mi auguro che l'ATM dia a ciascuno di loro una bella lente di ingrandimento in modo da verificare agevolmente che oltre alla validità del biglietto controllino anche la sua effettiva validità oraria!!!

lunedì 14 aprile 2008

Le mie prigioni

A colei che mi chiede se sto per iniziare la stesura della nuova edizione de "Le mie prigioni" rispondo che non ho nessuna intenzione di ripercorrere le orme di Silvio Pellico.


Molto meglio respirare l'aria da uomo libero con la coscienza pulita e la consapevolezza di agire per il proprio bene e per quello degli altri.


Purtroppo però non si è solo prigionieri di una cella o di una stanza angusta. Però se si condivide questa spazio con delle persone allegre, intelligenti e simpatiche, come nel mio caso, questo tipo di prigionia non pesa affatto e non ci si sente nemmeno in cattività.


Ho pensato quindi ad altre forme di prigionia che possono considerarsi altrettanto gravi quanto il confinamento coatto all'interno di quattro mura.


C'è la prigionia generata dalla malattia e il senso di confinamento e di limitatezza che questa condizione fisica crea sullo stato d'animo e che può essere temporanea o permanente.


C'è anche un'altra forma di prigionia che è altrettanto grave ed è quella di se stessi. Essere prigionieri delle proprie indecisioni e delle proprie insicurezze che non permettono di realizzarsi completamente come persona.


Se dovessi scrivere un libro ed intitolarlo proprio "Le mie prigioni" non credo che parlerei assolutamente di carceri con mura e guardie, ma scriverei di quest'ultima forma di prigionia, contro cui mi confronto ogni giorno per capirla, combatterla e cercare una via di fuga.

mercoledì 9 aprile 2008

Caro diario...

Caro diario,


oggi hanno trasferito me, il mio collega ed i nostri relativi personal computer in una sala riunioni nello stesso edificio dove lavoriamo. Ma solo per due giorni, dato che le postazioni che ci erano state assegnate sono state requisite e serviranno ad altri due colleghi per uno scopo non meglio precisato.


Abbiamo quindi qualche speranza che i due giorni di "esilio nell'esilio" siano solo due e non diventino un anno di "cattività" come successo nell'altra sede, quando la fine di questa si è trasformata nel trasloco forzato che ci ha condotto vicino al carcere di San Vittore.


Forse nella nostra condizione di "cattivi" qualcuno ha pensato bene di farci respirare da fuori l'aria dei carcerati. Comunque, aspettando il prossimo indulto, per due giorni saremo fuori dallo sguardo del secondino che cura ogni nostra mossa...


Passando dalle "cronache della scrivania" alle "varie ed eventuali", volevo segnalare che esistono ancora in commercio degli ottimi pomodori siciliani, dolcissimi e saporiti, alcuni dei quali hanno appena deliziato il mio palato a cena.

sabato 5 aprile 2008

Sonetàula

Oggi ho finito di leggere Sonetàula.


E' un libro tremendo, che toglie il fiato ad ogni pagina.


E' un romanzo ambientato nella Sardegna rurale negli anni che vanno dal 1938 al 1950 e narra la storia di un ragazzo, Sonetàula, la cui vita è segnata da un crimine di cui ingiustamente viene accusato il padre che, condannato al confino, morirà poi durante la guerra, senza che il figlio abbia la possibilità di rivederlo.


Cresciuto quindi sotto la guida del nonno e di un altro pastore anziano, il ragazzo impara presto che cosa è la vita e che cosa gli riserva. A 18 anni infatti subisce un affronto da parte di un suo conoscente e per vendetta gli sgarretta venti pecore. Da quel giorno è costretto a darsi alla latitanza e viene accusato, ingiustamente o no, di ogni crimine commesso nella zona. Fino al tragico epilogo.


La storia del protagonista si intreccia con altre storie di coetanei, quella di Maddalena e quella di Giuseppino. Maddalena che, cresciuta in casa di Sonetàula da quando anche suo babbo era stato mandato al confino, ne era l'oggetto dell'amore giovanile. Giuseppino che da bambino era stato aiutato da Sonetàula e da un amico del nonno a recuperare dei maiali che erano stati sottratti dalla sua custodia.


Mentre la storia di Sonetàula, in cui l'energia volta inizialmente al bene viene via via sprecata senza rimedio, si avvia verso il suo tragico epilogo, la storia di Giuseppino e Maddalena, suoi amici, è una storia di riscatto e di speranza. Giuseppino, da una condizione di partenza simile a quella di Sonetàula riesce a farsi una posizione rispettabile. Abbandona i gambali ed il vestito d'orbace e intravedendo il progresso veste una tuta e si impiega in un ente che provvede alla disinfestazione delle zone paludose dalla malaria.



Ma Sonetàula alla fine non è del tutto un antieroe. L'energia volta al bene non viene gettata via del tutto. Sa essere anche romantico alla fine della sua esistenza di latitante e, appresa la notizia che Maddalena, nel frattempo sposatasi con Giuseppino, aveva dato la luce un bambino dopo un parto difficile e rischiava di morire, non esita ad andarla a trovarla. Intuendo che la sua vita di latitante è arrivata alla fine, propone a lei e a Giuseppino di intascare i soldi della taglia su di lui dando informazioni utili alla sua cattura.


La storia è raccontata con un ritmo aspro e veloce che accresce la drammaticità pagina dopo pagina ed il lettore viene trascinato insieme al protagonista in mezzo a grotte, nascondigli, testimone di agguati ma anche spettatore di paesaggi ricchi di poesia.


E' un affresco di Sardegna che probabilmente non esiste più, ma che è rimasta nei luoghi comuni di chi, non sardo, legge il libro e pensa che ancora in Sardegna ci siano briganti che tendono agguati alle corriere per rubare le paghe dei dipendenti. Una Sardegna di cui però l'autore, Giuseppe Fiori, scomparso qualche anno fa, è stato testimone e della quale probabilmente ci sono riferimenti nei personaggi.



venerdì 4 aprile 2008

Sogni stranissimi...

Sono un po' preoccupato. Da qualche giorno faccio dei sogni stranissimi che farebbero crollare l'intera teoria dell'interpretazione di Freud come un castello di carte.
Situazioni e luoghi completamente assurdi.
Ultimamente mi è capitato di sognare di essere su una nave, che per la verità  assomigliava più ad un complesso abitativo, sulla quale ad un certo punto scoppiava un incendio.
Ma la situazione onirica più strana da qualche tempo in qua l'ho avuta stanotte.
Ero ad una festa di fine anno davanti ad un locale e avevo appena fatto un gavettone con una bottiglia di schampagne ad una ragazza presente, la quale si era peraltro divertita, e vedevo spuntare il classico vigile in bicicletta che mi voleva multare per aver imbrattato il marciapiede sul quale mi trovavo.

lunedì 17 marzo 2008

Un piccolo riconoscimento personale

Una piccola soddisfazione per me che ho la passione della fotografia.


Ho appena ricevuto una mail da parte di un'utente di flickr che cura un sito dedicato alle guide cittadine online.


Mi ha scritto che una delle mie foto è stata selezionata per essere pubblicata il mese prossimo sull'edizione dedicata al nostro paese.


L'immagine scelta è quella del prototipo statico della "Trepiuno", ora meglio conosciuta con il nome di "Fiat 500" e che viaggia allegramente per le nostre strade rinverdendo i fasti dell'ormai mitico "cinquino" degli anni '60. Il modello statico si trova al Museo dell'Automobile a Torino.


E questa qua sotto è la fotografia che apparirà sul sito www.schmap.com


 



 


 

domenica 16 marzo 2008

Un pensiero per i nostri amici tibetani

Mi è insopportabile vedere quello che sta succedendo in Tibet in questi giorni.

E' insopportabile che ai giorni nostri esistano ancora delle tirannie che tengono sotto il loro giogo intere popolazioni. Che impongono loro anche i capi spirituali.
Ed è insopportabile che una di queste tirannie sia integrata nel sistema economico mondiale, quasi che le altre potenze economiche siano in qualche misura complici di quello che sta accadendo.

Talmente integrata che fra qualche mese si svolgeranno nella sua Capitale i Giochi Olimpici, ai quali parteciperanno gli atleti di tutto il mondo e dove ci saranno anche sponsor di aziende multinazionali, molte delle quali hanno le loro basi di produzione in questa Nazione.

Molto probabilmente, da quest'evento, queste multinazionali ricaveranno molti soldi. Dimenticando che nel Paese ospitante i Giochi c'è gente che lotta per i diritti umani e che finisce in carcere per la difesa di questi e per la diffusione di idee che sono considerate contrastanti con la "dottrina" governativa.

C'è chi dice di boicottare le Olimpiadi, ma boicottarle, oltre a danneggiare gli atleti che non sono responsabili degli eventi e che hanno lavorato anni facendo sacrifici per potervi partecipare, servirebbe solo a rendere il clima più cupo e incattivire gli animi. Tanto più che le Olimpiadi erano, e dovrebbero essere ancora, un simbolo di pace e fratellanza mondiale.

Nel nostro piccolo noi, semplici cittadini del mondo, possiamo fare qualcosa per questi fratelli tibetani che oggi soffrono. Poiché il Paese che li domina è integrato nell'economia mondiale e fornisce le multinazionali mondiali, quello che dovremmo fare è dare un colpo all'economia di questa nazione eliminando, o riducendo al massimo, gli acquisti di prodotti che provengono da essa.

Mi rendo conto che non è facile e che forse è una pozzanghera nel mare, ma se lo facessimo tutti veramente, con molta probabilità sarebbe un gesto dimostrativo che costringerebbe, senza spargimento di sangue, ad un drastico cambio di rotta i governanti di questo paese, verso un maggior rispetto dei diritti democratici ed umani.

Pensiamoci ogni volta che ci accingiamo ad un acquisto.

giovedì 13 marzo 2008

L'ennesima presa per i fondelli di Silvio


La battuta pronunciata da Silvio Berlusconi nei confronti del lavoro precario sarà stata, per lui, una battuta ironica. Ma, detta da un uomo pubblico che aspira a diventare Capo del Governo di una delle principali democrazie mondiali, ne denuncia la totale lontananza dalle necessità di una consistente fetta di italiani, nonché la totale mancanza di rispetto verso i suoi concittadini.





Per fortuna da qualche mese non appartengo più alla categoria dei precari poiché sono stato abbastanza bravo ed anche fortunato da guadagnarmi un contratto a tempo indeterminato presso l'azienda dove lavoro da più di due anni.





Purtroppo però alla categoria dei precari appartengono ancora diversi amici e amiche, una in particolare a cui voglio molto bene e che è stata la prima a cui ho pensato quando ho letto la notizia.







Non è giusto che ragazzi e ragazze giovani, che hanno fatto sacrifici per studiare e organizzarsi il futuro, che i loro genitori, che hanno fatto sacrifici a loro volta per assecondarli farli studiare, vengano presi in giro da quest’essere che ha avuto chissà in che modo le porte aperte verso la sua carriera.









Personalmente mi sono sentito molto offeso allo stesso modo di qualche mese or sono, quando un ministro, stavolta di centrosinistra, mi diede del “bamboccione”, insieme a tanti altri giovani italiani, colpevoli di vivere ancora in casa con i genitori e colpevoli di avere dei salari bassi che non consentono di comprare o affittare un appartamento e di condurre una vita autonoma.


 





Il prossimo 13 aprile penserò alla mia amica quando andrò a mettere il segno sulla scheda elettorale e spero che, insieme a me, gli italiani pensino ai lavoratori precari, condannati da contratti a tempo determinato i quali a volte, in preda ad una comprensibile disperazione, si tolgono la vita perché non vedono sbocchi.


 



Pensiamoci!!!


domenica 2 marzo 2008

Chissà chi ha notato...

Chissà chi ha notato la camicia nera indossata ieri da Silvio Berlusconi, candidato premier per il Partito delle Libertà, durante il suo comizio elettorale a Bari.


Silvio è una macchietta, però quella camicia nera, indossata peraltro sotto il doppiopetto, è una preoccupante coincidenza. Ricordo di un passato che non si dovrebbe dimenticare perchè non si dovrebbe più ripetere.

sabato 1 marzo 2008

Non sono nessuno per giudicare...

"Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata per i censori."


Non mi ricordo nemmeno con sicurezza dove ho letto questa frase. Forse era su un fumetto di Corto Maltese. Comunque l'ho fatta subito mia mettendola un po' dappertutto, come testo sotto la firma delle mie mail ed anche, ultimamente, come frase di benvenuto sul mio scaffale virtuale su aNobii.


E' una frase molto attuale che si adatta in diversi contesti verso tutti coloro che pontificano dando giudizi inutili e critiche non richieste sul comportamento e sulle opere di altre persone. Giudizi spesso basati su luoghi comuni e con scarsa base di informazione, emessi in modo affrettato e superficiale, altri spesso corroborati da una buona dose di secondi fini.

mercoledì 27 febbraio 2008

Uno spunto di riflessione

Sto leggendo un libro bellissimo. Si intitola "Il giorno del Giudizio" ed è stato scritto nella prima metà degli anni '70 da un giurista nuorese di nome Salvatore Satta.


Questo libro sarebbe stato destinato a rimanere sconosciuto se i parenti dell'autore non l'avessero trovato fra le sue carte e dato alle stampe postumo.


Nella trama il narratore prende per mano il lettore e lo porta a spasso per le vie di Nuoro a cavallo fra la fine del 1800 e l'inizio del 1900 con diversi aneddoti riguardanti la città e la vita dei cittadini, nobili, ricchi e poveri.


Per quanto romanzate, le storie narrate nel libro sono basate su quelle dei veri personaggi vissuti a Nuoro nel periodo in cui è ambientato il libro, addirittura anche degli stessi parenti dell'autore.


Fra i vari aneddoti raccontati vi è quello di prete Porcu dalla figura spettrale. Prete povero abitante nel quartiere di Seuna, uno dei più poveri di Nuoro, anticamente abitato prevalentemente da contadini.


Prete Porcu soleva mandare degli esposti e delle querele al vescovo di Nuoro contro l'Arciprete della Cattedrale. Chiamato dal vescovo, nonostante le parole amorevoli e conciliatorie da questi pronunciate, prete Porcu non volle risolversi dal mutare opinione nei confronti dell'Arciprete e se ne andò dando del "camorrista" allo stesso Vescovo.


Si narra nel racconto che quando il sacerdote, ormai anziano, sentì vicina l'ora della morte, si recò nella Cattedrale dove rivolse al Signore questa preghiera:


"Signore, vedete come sono vecchio e malato. Prendetemi con voi. Io non posso più nemmeno dirvi la messa, perchè non mi reggo in piedi. Signore, prendetemi con voi. E per il bene della chiesa, prendetevi anche l'arciprete. Così tutto sarà pace."


Sono rimasto a pensare agli effetti deleteri che si avrebbero sull'umanità se ad ognuno di noi fosse dato un "proiettile", ovvero una persona, considerata antipatica, da portarci via in punto di morte. E lascio immaginare quale sarebbe la prima categoria di persone a scomparire.

martedì 26 febbraio 2008

Quando la fantasia diventa realtà...

Comincio a riempire questo spazio con le mie impressioni su quanto successo ieri a Gravina di Puglia.


Sembra l'inizio di un noir di buon livello. Un bambino cade accidentalmente dentro un pozzo abbandonato ed i soccorritori nel prestargli aiuto trovano i cadaveri di altri due bambini scomparsi due anni prima, Ciccio e Tore.


Appena ho sentito la notizia al telegiornale che un bambino era precipitato dentro un pozzo non ho potuto fare a meno di pensare a quanto successo quasi trenta anni fa vicino a Roma quando un altro bambino che oggi avrebbe potuto avere la mia età cadde in un pozzo e, nonostante gli sforzi dei soccorritori, non venne riportato vivo in superficie. Una tragedia alla quale assistemmo tutti in diretta televisiva.


Per fortuna non si è ripetuta la stessa tragedia e il ragazzino è stato riportato vivo in superficie. Penso che un'esperienza del genere gli rimarrà impressa finchè campa.


All'incidente conclusosi felicemente si è accidentalmente collegata però l'altra tragedia dei bambini spariti misteriosamente e della cui scomparsa è accusato il padre, sul quale pende anche l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere.


Quando il giornalista ha letto la notizia ha precisato anche che il posto dove era avvenuto l'incidente era lo stesso dove vivevano i due bambini scomparsi due anni prima. La coincidenza era notevole, tanto più che ho pensato anche che anche quel mistero sarebbe stato presto risolto e non è stata una sorpresa per me apprendere qualche ora dopo che erano stati trovati i corpi dei ragazzini scomparsi.


Due incubi si sono chiusi. Uno felicemente ed uno tragicamente. Ora si apre una nuova tragedia per i familiari di Ciccio e Tore e anche un delicato lavoro per la magistratura che dovrà accertare prima di tutto la causa della morte e poi come sono finiti entrambi dentro a quel pozzo.