martedì 27 gennaio 2009

Un momento per non dimenticare

Oggi nel mondo si celebra la "Giornata della Memoria".

Sessantaquattro anni fa venivano liberati i prigionieri sopravvissuti al campo di sterminio nazista di Aushwitz. Ed il mondo venne a conoscenza del più terribile crimine commesso durante il periodo del nazismo. Il sacrificio di sei milioni di ebrei ed altre minoranze "indesiderate" voluto espressamente dal Fuhrer in persona e che comunemente chiamiamo "Olocausto".

Questo termine deriva dal greco holos "completo" e caustos "rogo" ed indica i sacrifici che venivano richiesti al popolo ebraico dalla Torah e che riguardavano animali. Proprio per questo motivo gli ebrei preferiscono invece utilizzare il termine Shoah che significa "calamità" e "desolazione".

Si stima, sia in base alla documentazione lasciata dai tedeschi che in base alle testimonianze dei sopravvissuti e alla statistica, che le vittime tra gli ebrei residenti in Europa siano state sei milioni. A queste vittime vanno aggiunti anche zingari, omosessuali, testimoni di Geova ed altre categorie di "indesiderabili" la cui unica colpa era quella di non essere considerati puri agli occhi del Fuhrer.
Le vittime dei campi venivano sottoposte ad ogni forma di violenza, sia fisica che psicologica. I più deboli, da un punto di vista anche più fortunati, venivano uccisi con il gas e bruciati. Spesso ad occuparsi del loro "smaltimento" nei forni crematoi erano i loro stessi compagni.
Come per gli animali, alcuni di questi cadaveri erano "riciclati". Dai capelli delle donne si ricavava il feltro e le dentiere erano una miniera d'oro. Tra le altre crudeltà imposte, alcuni prigionieri erano usati come cavie per esperimenti scientifici. Con conseguenze spesso tragiche.

Nonostante tutte queste testimonianze, alcune persone, purtroppo presenti anche all'interno delle gerarchie ecclesiastiche, tendono a minimizzare questi fatti, altri a negarli del tutto, nonostante la presenza di testimonianze attendibili, di fotografie e degli stessi Lager ancora in piedi. Monumenti alla stupidità umana che vengono visitati ogni anno da migliaia di turisti.

Si dice che la Storia dovrebbe insegnare qualcosa alle persone, invece dopo la Seconda Guerra Mondiale sono nati diversi gruppi di neonazisti, formati spesso da giovanissimi che quel perido non hanno vissuto e che inneggiano all'odio verso gli ebrei e tutte le altre minoranze etniche e religiose indesiderabili. Proprio come faceva Adolf Hitler, da queste persone considerato un vero e proprio modello al quale fare riferimento.

Nel giorno della Memoria bisognerebbe ricordare però tutti gli altri "olocausti" avvenuti anche dopo la guerra. I motivi alla fine sono sempre gli stessi. La malvagità umana che tende a considerare un'altra persona indesiderabile solo perché ha degli stili di vita, un credo religioso o semplicemente un'etnia diversa dalla propria.
Senza andare troppo lontano nel tempo, basta pensare alle pulizie etniche operate dai Serbi in Kosovo o in Bosnia Herzegovina oppure a quelle quasi quotidiane che avvengono in Africa e che troppo spesso vengono ignorate dai mezzi di comunicazione di massa. Per non parlare poi della carneficina avvenuta nei giorni scorsi in Palestina a Gaza, dove gli israeliani si sono trasformati da vittime in carcerieri (e purtroppo anche carnefici) in nome della difesa del loro Stato.

Per non dimenticare, vorrei chiudere questo post con le parole di un illustre testimone oculare, lo scrittore Primo Levi.
Sopravvissuto alla tremenda prova del lager perché essendo laureato in chimica era considerato utile al regime nazista, è rimasto vittima dell'angoscia di quella terribile esperienza. Nel suo libro "Se questo è un Uomo" ci ha lasciato queste parole:

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

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